NUOVO PROGRAMMA 2009
Musica dell’Alto Mediovevo
EPOS
Il canto latino, epico e conviviale, al tempo di Carlo Magno (sec. IX – X)
L’età carolingia segna un momento
importante nella storia della poesia ritmica mediolatina e della musica
medievale. In un manoscritto del IX secolo, di provenienza aquitana, sono
conservate una serie di composizioni inerenti a fatti storici di questa
dinastia che rappresentano un importante repertorio epico elegiaco prima
dell’anno mille. Seppur apparentemente esiguo, il numero dei canti qui raccolti
rappresenta un importante “repertorio” del tempo, offrendoci la conoscenza
della tradizione epica e conviviale, in cui forti sono le reminiscenze con la
tradizione classica latina: Ovidio, Boezio e Virgilio. Proprio in merito a
quest’ultimo, il ritrovamento di frammenti musicati dall’Eneide sono un
prezioso documento che testimonia la prassi (alto medievale) di cantare i versi di quest’opera
monumentale.
“I
più antichi cimeli della musica profana medioevale si distinguono in due
gruppi, il primo dei quali comprende l'intonazione neumatica di testi poetici
di Orazio, dell'Eneide
virgiliana e di Boezio. Sebbene la lettura non sia sempre univoca per colpa
della notazione che è ancora adiastematica, questi frammenti testimoniano la
continuità dell'attenzione rivolta ai classici specialmente nel periodo
carolingio e un modo di approccio, quello musicale, assai significativo.
Più
ricco di suggestioni è il secondo gruppo, composto da un manipolo di
composizioni epico-storiche, tra le quali predominano i compianti (planctus) per la morte di personaggi
illustri. Una decina di questi canti profani è raccolta in un solo manoscritto
proveniente da San Marziale redatto nel secolo IX e forse neumato poco dopo.” (G.
Cattin)
In questo concerto sono quindi raccolti reperti
preziosi di un’epoca musicalmente poco esplorata e quasi mai eseguita in tempi
moderni. Il concerto che proponiamo è l’occasione per ascoltare il repertorio
profano medievale più antico a noi giunto e le sue suggestioni poetiche e
sonore. Anche nella scelta organologica sono stati ricostruiti gli strumenti
propri del tempo, menzionati in parte, nel canto Iam dulcis amica venito: tibia (flauto), la cithara e la lyra (cetre),
la fidula (strumento ad arco), a cui si aggiungono il salterio e le percussioni.
Ensemble Cantilena Antiqua – dir. Stefano Albarello
Stefano Albarello: canto, lyra, cythara,
Paolo Faldi: tibiae
Gianfanco Russo: fidulae
Marco Muzzati: cymbala, psalterium,
tintinnabulum
Guarda: Ut quid iubes pusiole